Buco nell’ozono: che cos’è e cosa è stato fatto per risolvere questo drammatico problema ambientale.
Il buco nell’ozono ha la sua giornata dedicata: il 16 settembre 2016 è la giornata internazionale per la preservazione dello strato di Ozono voluta dall’Onu, data che ricorda la firma del Trattato di Montreal il 16 settembre 1987.
Il buco nell’ozono è una questione tristemente “fuori moda” ma con conseguenze ancora attualissime sull’ambiente e sulla nostra vita.
Noi di Exsus lo sappiamo bene e partecipiamo alle grandi innovazioni tecnologiche che hanno permesso di climatizzare le nostre case senza danneggiare il buco nell’ozono.
Un po’ di storia.
Il termine “buco nell’ozono” è stato coniato nel 1985 dal Premio Nobel Sherwood Rowland per indicare l’anomalo assottigliamento dello strato di ozono presente nella stratosfera, a una distanza compresa tra 10 e 40 km dalla superficie terrestre.
Da allora, la comunità internazionale ha preso diverse misure per tentare di contrastare tale fenomeno: tra queste, una delle più importanti è senza dubbio il Protocollo di Montreal. Si tratta di un documento che cataloga un centinaio di sostanze chimiche colpevoli di impoverire lo strato di ozono e stabilisce scadenze per l’interruzione della loro produzione e del loro consumo.
(Fonte Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite)
L’appellativo di “buco” è dovuto al fatto che la riduzione non è uniforme su tutto il pianeta, ma infatti si concentra prevalentemente sul continente antartico con riduzioni che hanno raggiunto anche il 70%.
(Fonte Lifegate)
Quali sono le sostanze che danneggiano il buco nell’ozono.
Le sostanze dannose per l’ozono sono i gas CFC, per esteso clorofluorocarburi.
La produzione industriale di CFC è cominciata negli anni 20 e il perpetuarsi di questo ciclo nel corso degli anni ha fatto sì che si sia verificata una riduzione media del 3% dell’ozono. Fortunatamente anche il cloro ha i suoi “nemici naturali”, come il metano (CH4), grazie ai quali lo strato naturale d’ozono potrà tornare a formarsi in un arco di tempo di circa 50 anni a partire dal momento in cui l’utilizzo dei CFC e similari
cesserà completamente in tutto il mondo.
(Fonte Lifegate)
L’impegno di Toshiba per climatizzatori a basso impatto ambientale.
Noi di Exsus proponiamo solo soluzioni in linea con il rispetto dell’ambiente, come i climatizzatori Toshiba, realizzati con alcune innovative tecnologie per garantire un’importante risparmio energetico anche a carichi parziali. Da quest’anno inoltre, per i clienti più attenti alla salvaguardia dell’ambiente, Toshiba ha realizzato una famiglia di prodotti con il refrigerante R32 a basso GWP, cioè a basso
impatto ambientale. Per il brand nipponico significa sicuramente rafforzare il proprio messaggio di impegno sociale per uno sviluppo sostenibile.
(Leggi qui il Comunicato Stampa Toshiba)